Ponte di Ognissanti,
migliora il tasso
di occupazione

Anche Assoturismo Confesercenti conferma le buone previsioni per il ponte di Ognissanti. In base all’indagine effettuata dal Centro Studi Turistici di Firenze sulle principali piattaforme delle Ota, tra oggi e domenica 3 novembre risulta prenotato il 74% delle camere disponibili, per un totale di circa 4,5 milioni di presenze nelle strutture ricettive del nostro Paese.

Il tasso di occupazione per il ponte di quest’anno è di sei punti migliore di quello dello scorso anno, un dato tanto più significativo se consideriamo che il calendario della festività 2024 è meno favorevole rispetto al 2023. E che conferma il trend positivo del turismo: il comparto dovrebbe chiudere i primi 10 mesi dell’anno con un incremento stimato del 2,5% di pernottamenti, grazie al continuo aumento della domanda straniera con presenze che aumentano tra il 9% e il 10%. Da gennaio a ottobre gli arrivi dei turisti nelle strutture ricettive italiane dovrebbero salire a 121,3 milioni (+0,5%) e i pernottamenti a 423,1 milioni (+2,5%).

Per il Ponte di Ognissanti, migliorano anche le attese sulla domanda italiana. A trainare saranno le città e i centri d’arte dove il tasso medio di occupazione delle camere si attesta all’85%. Altrettanto positivo anche il risultato atteso per le aree rurali, di collina e di montagna che solitamente intercettano anche l’interesse dei viaggiatori stranieri. Decisamente più contenute le richieste di prenotazione nelle località marine e dei laghi, con una saturazione rispettivamente del 62% e del 68%. Invece, una tendenza leggermente migliore è attesa per le località termali che registrano un tasso medio del 77%.

Per area geografica, il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Centro Italia (80%), trainato dai valori elevati registrati dalle strutture ricettive dell’Umbria e della Toscana. Buone aspettative anche per il Nord Est (79%) e un risultato positivo è atteso anche per il Nord Ovest (75%) con un’impennata di prenotazioni nelle strutture del Piemonte. Al di sotto dei valori medi si collocano, invece, le regioni del Sud e Isole (62%), dove però si distingue il risultato della Campania.

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