Turismo interno in crescita:
il trend che fa bene all'Italia

A tre anni dalla pandemia, i viaggi domestici continuano a rappresentare la parte più corposa dell’industria turistica. Lo afferma il recente studio The state of tourism and hospitality di McKinsey and Company, secondo cui il post Covid è ancora caratterizzato dalla fragilità dei viaggi di lungo raggio.

Oggi, negli Usa, il turismo interno genera 1.000 miliardi di dollari e copre il 68% del totale, in Cina il segmento vale 744 miliardi di dollari (74%) mentre in Europa la percentuale si attesta intorno al 70%. È un tipo di turismo che crescerà in media del 3% l’anno almeno fino al 2030.

LItalia ne trae beneficio, visto che siamo la seconda destinazione privilegiata degli europei (11% delle preferenze) dopo Francia (18%) e prima della Spagna (8%). Secondo McKinsey, l’anno scorso il Belpaese ha totalizzato 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze, ossia il 3% in più rispetto al 2019. Il turismo vale il 10% del Pil.

I principali mercati

Rispetto ai grandi bacini di provenienza del turismo mondiale, si confermano quelli noti come Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Cina e Francia (da soli fanno il 38% dei turisti mondiali). Ma sono in rapido incremento India, Sud est asiatico e persino Europa dell’Est. Invece, rispetto alle destinazioni dei prossimi anni, occhi puntati su alcune certezze (Francia, Spagna, Italia, Usa) e relative novità, come Arabia Saudita, India, Giappone, Thailandia, Laos, Malaysia.

Fra i trend da tenere sotto osservazione, verso cui catalizzare gli investimenti, il luxury, la proposta di “esperienze uniche” e non solo genericamente di destinazioni, il racconto dei viaggi in chiave di sostenibilità. Elementi per cui è indispensabile l’adeguata formazione del personale e il raccordo tra privati e amministrazioni pubbliche.

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