Guerra dei dazi,
le conseguenze
sul turismo Usa

La crescente guerra commerciale innescata dall’amministrazione Trump potrebbe avere “conseguenze ad alto rischio” per il turismo negli Stati Uniti, come ad esempio un calo drastico della domanda. A sostenerlo un nuovo rapporto pubblicato da Tourism Economics, una società di Oxford Economics, che afferma come esista un “rischio per il l’inbound negli Stati Uniti qualora le controversie commerciali e altri cambiamenti politici dovessero intensificarsi”.

L’analisi, spiega TravelPulse, aggiunge che un’espansione della guerra commerciale sotto la nuova amministrazione presidenziale potrebbe “comportare cali più drastici della domanda di viaggi e della produzione economica rispetto a quanto precedentemente previsto”.

Secondo il rapporto, le relazioni diplomatiche tese e l’incertezza economica potrebbero portare a un indebolimento dell’interesse per i viaggi da parte dei principali mercati in entrata degli Stati Uniti, tra cui Canada, Messico e Unione europea. Anche il rallentamento della crescita economica degli Stati Uniti, unito alle recessioni in Canada e Messico qualora dovessero entrare in vigore dazi del 25%, frenerebbe la domanda di viaggi.

Infine un dollaro statunitense più forte, conseguenza dei cambiamenti economici indotti dai dazi, renderebbe i viaggi negli Stati Uniti più costosi per i visitatori internazionali, frenando ulteriormente la domanda. In base alle stime del rapporto la riduzione della spesa totale per i viaggi negli Stati Uniti - inclusi i viaggi nazionali e quelli in entrata - potrebbe essere inferiore del 4,1% rispetto alle aspettative di base, rappresentando una riduzione di 72 miliardi di dollari nella spesa totale per i viaggi.

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