Il commento del direttore
Remo Vangelista
Venezia è certo il caso più famoso, ma di certo non isolato. Sono infatti sempre più numerose le località italiane che hanno deciso di cercare di contrastare il fenomeno dell’overtourism imponendo un tetto massimo agli arrivi di turisti ‘mordi-e-fuggi’.
Nelle Marche, ad esempio, la baia di Portonovo, nel cuore del Conero, è diventata la prima località della regione a scegliere forme di turismo a numero chiuso e implementare una ‘Zona ad accesso controllato’ (Zac) per limitare l’afflusso turistico, proteggere l’ambiente e migliorare la qualità dell’esperienza per i visitatori.
Una misura che, come spiega wired.it, prevede un controllo rigido degli accessi e dei parcheggi.
In Liguria, Portofino ha istituito delle ‘zone rosse’ per evitare l’affollamento e garantire una migliore gestione dei flussi turistici, mentre le Cinque Terre stanno valutando misure simili e la sindaca di Riomaggiore ha sollecitato un piano nazionale per il turismo che includa regole speciali.
In Sardegna, invece, località come la spiaggia di Cala Coticcio, La Pelosa a Stintino e Cala Brandinchi hanno imposto un numero massimo di visitatori giornalieri prenotabili tramite app, mentre piccole isole come Procida hanno imposto restrizioni sulla circolazione dei mezzi privati durante i periodi di massimo afflusso turistico.