Il commento del direttore
Remo Vangelista
Mappare le agenzie in Italia è da sempre un’attività che regala sorprese. Per anni si è detto che 12mila punti vendita fossero una cifra esagerata per la rispondere alla reale esigenza di mercato. Poi nella fase finale della pandemia covid in molti tra gli addetti ai lavori anticiparono una triste fine per le adv. “Sono ormai una parte del passato”, si diceva. Teoria in parte supportata da chiusure e fallimenti.
Adesso con più freddezza e una buona analisi si può invece dire che la pattuglia si è in effetti ridotta, però in molti casi sono imprese più sane. Adriano Apicella, ceo di Welcome, ha presentato a Milano una ricerca da dove si evince che al momento sul mercato nazionale sono attive 7.705 punti vendita. Di queste ben 4.308 sono nel nord Italia con la Lombardia in testa al gruppo (1.403 adv).
Quindi sono vive, combattono e continuano a lavorare con i tour operator generando ricavi per 2,4 miliardi di euro. Il 47% per cento del totale del giro d’affari. Il 31% del totale ricavi arriva invece dalle vendite leisure delle agenzie che raggiungono 1,6 miliardi di euro. Si tratta di “organizzazione e vendita propria di servizi”, dicono in Welcome. Insomma le adv hanno compiuto un balzo in avanti diventando sempre più imprenditori.
“Le agenzie di oggi devono combattere per davvero ogni giorno. Tutto è più complesso e penso al dibattito quotidiano per il caro prezzi, alla multicanalità e all’eccesso di tecnologia”, ha detto Apicella. E in molti casi si organizzano in proprio per soddisfare una clientela sempre più esigente. Pensiero anticipato pochi giorni fa su questa agenzia stampa dal presidente Astoi Pier Ezhaya che, parlando di agenzie ha detto : “Sappiamo che si muovono in modo tattico. E sappiamo anche che quelle che fanno da sole muovono qualcosa come 2 miliardi di euro di fatturato”. Tutto chiaro.