Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una cosa è certa: i sindacati non hanno accettato di buon grado il piano di Alitalia e lo sciopero per il prossimo 5 aprile è stato confermato. Così come è stato confermata da parte del Governo l’intenzione di “fare degli approfondimenti”, ha detto il ministro ai Trasporti Graziano Delrio ieri, dopo l’incontro interlocutorio avvenuto con i vertici Alitalia e le rappresentanze sindacali.
Per il resto, rimane ancora mistero su quali saranno le risorse che andranno a sostenere il piano di rilancio messo a punto dall’amministratore delegato Cramer Ball, che sempre ieri ha tenuto a precisare che Alitalia non è una low cost “né intende diventarlo” .
Stando a quanto si legge stamani sul Sole24Ore, sembra poi non essere tramontata l’ipotesi che lo Stato possa subentrare in qualche forma a sostegno delle casse di Alitalia, che entro poche settimane vedranno esaurirsi la liquidità. Il quotidiano economico prospetta l’ipotesi che possa esserci un intervento da parte di Cassa Depositi e prestiti, che potrebbe andare ad iniettare, sotto forma di ‘simil equity’ circa la metà di quei 400 milioni necessari ad Az per la continuità aziendale. Ma nulla viene ancora confermato.
Anzi, da parte del Governo, secondo quanto riporta La Stampa, è giunta la rassicurazione sul fatto che non ci saranno in previsione interventi di sostegno da parte dello Stato, poiché Alitalia è un’azienda privata e la questione è da dirimere con i sindacati.
Essendo questo il tema critico, a fronte degli oltre 2mila esuberi prospettati dal piano e il taglio degli stipendi che si aggira in media attorno al 29%, nei prossimi giorni verranno aperti dei tavoli tecnici alla presenza del Mise, del Ministero dei Trasporti e di quello del Lavoro. Solo un volta sciolta la questione sindacali, il Governo potrebbe eventualmente valutare un intervento al fianco di Az.