Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il mondo del turismo, purtroppo, non è nuovo ai commissariamenti. Negli ultimi anni, le cronache del settore hanno visto più volte entrare in campo i commissari per prendere le redini di un’azienda e cercare di rimetterla in pista. Ma il caso di Alitalia fa decisamente storia a sé. E forse nessuno avrebbe immaginato che il terzetto formato da Luigi Gubitosi (al centro nella foto), Enrico Laghi (a sinistra) e Stefano Paleari (a destra) avrebbe dato un’impronta tale all’azienda.
Già, perché il settore travel era stato abituato a commissari silenziosi, che soppesavano le parole. Uomini di numeri, più che di parole, abituati a passare al setaccio i bilanci e portare avanti la gestione ordinaria nel modo (appunto) più ordinario possibile, evitando scossoni e mosse azzardate.
La parola ‘commissario’, nell’immaginario collettivo, era ormai diventata una sorta di sinonimo di ‘freddezza istituzionale’, una caratteristica quasi richiesta dal ruolo. Il suo ruolo (sempre nei pensieri di gran parte del settore) si riduceva a due compiti: pagare i fornitori e tenere sotto controllo i conti. Due impegni che richiedono rigore più che parole. I commissari parlano con i fatti, non con le dichiarazioni.
Questo, fino al tris Gubitosi-Laghi-Paleari. Perché questi commissari sono differenti. Si muovono, propongono, lanciano iniziative. E comunicano: con la stampa, con il mercato, con il settore, con i viaggiatori. Senza mai dire una parola di più ma, è importante sottolinearlo, neanche una parola di meno, aggiornando (nei limiti del possibile) sullo stato dei lavori. La presenza di Luigi Gubitosi all’assemblea Fiavet ne è stato un esempio lampante.
Gli investimenti
Ma non solo. Nel loro raggio d’azione c’è anche spazio per qualche nuova iniziativa (e anche questo non è usuale), come la campagna televisiva in onda in questi giorni. Pagata, è importante ricordarlo, con un cambio merci. Un investimento, certo, ma senza esborso di denaro contante.
Soprattutto, dai commissari non sta arrivando nessun freno agli impegni annunciati dalla compagnia negli ultimi tempi: le nuove rotte in arrivo sono tutte confermate.
Ma bisogna sottolineare che questo non è il ‘solito’ commissariamento: Alitalia ha addosso gli occhi di tutto il Paese, di buona parte dell’Europa e del mercato mondiale dei trasporti. I commissari danno l’impressione di tenerlo sempre presente. E di sapere che, per Alitalia, la ‘questione di immagine’ non è solo un modo di dire.
Per i commissari, spesso il problema più pressante è fare cassa con l’esistente. Per la triade di Alitalia, pare quasi che la prima preoccupazione sia quella di dare un volto all’azienda. Lasciando la propria impronta.