Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un altro mese di proroga o forse più. Il tempo necessario per consentire ai nuovi ministri coinvolti nell’operazione Alitalia (Roberto Gualtieri per l’Economia, Stefano Patuelli per il Mise e Paola De Micheli per i Trasporti) di mettere a fuoco tutta l’operazione prima di potere dare il via libera.
Ma dietro la richiesta del sesto rinvio, che verrà formalizzata dal cda delle Ferrovie dello Stato all’inizio della prossima settimana, si cela in realtà anche la necessità di trovare la quadra su due temi non indifferenti, sui quali le stesse Fs, Atlantia e Delta non hanno ancora raggiunto un’intesa: il ruolo di Alitalia sui collegamenti con il Nord America e chi guiderà la compagnia nel nuovo corso.
Il futuro amministratore delegato
Partendo da quest’ultimo aspetto, i primi round di consultazioni effettuati dalla Egon Zehnder non sembrano avere convinto Fs e Delta, che puntano entrambi a una figura manageriale di alto livello e con un ampia competenza nel trasporto aereo. I nomi analizzati finora non hanno quindi messo d’accordo tutti e si dovrà proseguire nella ricerca.
Voli Italia-Usa
Più complessa invece la questione dei collegamenti aerei tra Italia e Stati Uniti, che oggi rappresentano la vera gallina dalle uova d’oro, quelli in grado di incidere in maniera determinante sul risultato finale. Il tema si è rivelato sin da subito un motivo di conflitto tra Atlantia e Delta, con quest’ultima che punta a tirare l’acqua al proprio molino e ad aggiudicarsi la fetta più grossa in cambio dell’investimento in Az. Dall’altra parte Atlantia vorrebbe per Az un ruolo più importante da Fiumicino nell’asse Italia-Usa. In mezzo la questione joint venture sul Nord Atlantico, nella quale Alitalia è stata estromessa dopo l’ingresso di Virgin Atlantic. Secondo Il Sole 24 Ore di oggi il reintegro sarebbe in agenda, ma con un ruolo di second’ordine.