Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un altro aggiornamento verso il basso per i dati delle compagnie aeree arrivano dalla Iata: se il 24 marzo scorso la stima delle perdite era di 252 miliardi di ricavi persi, il prolungarsi dello stop ai voli a livello mondiale porta ad un aggiornamento ancora più pesante.
Saranno infatti 314 i miliardi di dollari di ricavi andati in fumo per i vettori, con un calo del -55% rispetto al 2019 e un crollo del passeggeri, previsti in diminuzione anno su anno del -48% a livello mondiale.
Il tema, secondo Iata, che dominerà i prossimi mesi sarà quello di un scenario mondiale di recessione, con una riduzione del Pil globale nel secondo trimestre del 6% e una domanda di viaggi globale fortemente diminuita, una domanda che scenderebbe anche nel terzo trimestre. A questo si aggiungono le restrizioni di viaggio, che si stima raggiungeranno la loro fase più acuta nel corso del secondo trimestre dell’anno: nel solo mese di aprile il numero di voli a livello globale è diminuito dell'-80% rispetto al 2019. E se per la fine del trimestre si prevede una piccola ripresa a livello continentale, almeno in Europa, i voli a lungo raggio saranno ancora fortemente ridotti.
In questo contesto il ceo di Iata, Alexandre de Juniac, (nella foto) chiede che gli aiuti finanziari alle compagnie aeree diventino, quindi, un asset fondamentale nelle strategie dei Governi. “Il sostegno alle compagnie aeree manterrà le filiere vitali attive durante la crisi- dice de Juniac -. E offrirà alle compagnie aeree la possibilità di combattere per diventare aziende redditizie pronte a guidare la ripresa collegando le economie quando la pandemia sarà contenuta”.