Alitalia, Ita ci ripensa: il marchio può tornare

A volte ritornano. È un colpo di scena degno di Alitalia quello annunciato dal presidente di Ita Airways Alfredo Altavilla nel corso della seconda audizione in commissione Trasporti alla Camera: il marchio tanto rinomato nel mondo quanto travagliato nella sua storia potrebbe continuare a restare nella flotta della nuova compagnia statale, che lo aveva rilevato nella gara conclusasi a ottobre per 90 milioni di euro.

Come e quando Alitalia tornerà ufficialmente in scena non è ancora stato chiarito. Ma, secondo quanto riportato da Corriere.it, il prossimo consiglio di amministrazione di Ita, previsto per il 31 di questo mese, deciderà il da farsi varando il nuovo piano industriale rivisto alla luce dell’andamento del mercato, significativamente mutato rispetto al precedente programma.

La prima audizione
Ma facciamo un passo indietro tornando alla prima audizione, quella della settimana scorsa. Uno dei temi sollevati dai parlamentari presenti in commissione era stato proprio questo: perché spendere 90 milioni di soldi pubblici per poi non utilizzare un brand così forte? Altavilla insieme all’a.d. Fabio Lazzerini avevano sempre spiegato che era necessario una discontinuità anche in questo senso e forse era arrivato il momento di cambiare radicalmente. Ma la storia recente del trasporto aereo, in particolare in Europa, sta dimostrando che in una compagnia o in un gruppo possono coesistere più brand (si vedano i vari Eurowings per Lufthansa, Transavia per Af-Klm), ha spiegato Altavilla in commissione.

Le probabili soluzioni
Risultato? L’ipotesi più probabile è che si punti a giocare la carta di Alitalia là dove il marchio ha sempre avuto un grande peso e dove un nuovo brand potrebbe fare fatica ad affermarsi, ovvero i mercati stranieri. Quindi si potrebbe arrivare a un compromesso fatto di aerei Alitalia per i voli intercontinentali e magari anche europei e livrea azzurra griffata con i nomi storici dello sport italiano (da Paolo Rossi a Pietro Mennea) per il mercato interno. Con magari qualche soluzione ibrida. Quietando in questo modo anche le acque agitate in Parlamento.

Tutte ipotesi per il momento, in attesa del cda. Quello che resta certo è che la strada prosegue invece per accelerare l’operazione di ricerca del partner internazionale con il quale stringere un’alleanza forte già entro la metà dell’anno. E chissà che anche su questo versante non si presenti all’improvviso un altro colpo di scena.

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