Il commento del direttore
Remo Vangelista
Mentre manca meno di una settimana alla riapertura dei confini internazionali della Cina dopo tre anni di isolamento, i vettori del Paese si stanno preparando a un enorme exploit di domanda di viaggi, che sperano di poter affrontare grazie a una politica oculata di mantenimento del personale anche nei lunghi periodi di pandemia.
I dati di Cirium, elaborati da Reuters, mostrano che 400 dei 500 aerei widebody a disposizione delle compagnie aeree cinesi sono già in servizio. Un grosso vantaggio per vettori quali Air China, China Southern e China Eastern, che operano tutti con diversi widebody tra cui il 787, l’A350, il 747 e altri, e che potranno rafforzare il network di voli intercontinentali man mano che i passeggeri ricominceranno a viaggiare su rotte a lungo raggio.
Gli ostacoli europei
In questo modo le compagnie cinesi potranno soddisfare la domanda di viaggi intercontinentali anche ora che i vettori stranieri sono ancora riluttanti a ripristinare le rotte cinesi, dal momento che molti Paesi (tra cui l’Italia) hanno inserito la procedura dei tamponi obbligatori per i viaggiatori in arrivo da quel Paese.
L’exploit della domanda dovrà però fare i conti con la carenza di personale, come spiega Simple Flying. Nonostante, infatti, i vettori cinesi abbiano deciso di trattenere fino al 90% del loro personale, evitando quella politica di licenziamenti in blocco che tanto ha penalizzato le compagnie e gli aeroporti europei, la ripresa delle infezioni da Covid in Cina sta mettendo a dura prova tutta la catena di approvvigionamento e alcune aziende cinesi stanno di nuovo lottando con la carenza di personale. Se la situazione non migliora presto, le compagnie aeree potrebbero anche vedere molti piloti, membri dell'equipaggio e altri membri dello staff ammalarsi.