Il commento del direttore
Remo Vangelista
La distribuzione spagnola incassa un duro colpo in tribunale. La causa intentata da Acave, l'associazione iberica delle adv, che aveva portato Ryanair sul banco degli imputati per alcune dichiarazioni sulla distribuzione turistica intermediata ritenute lesive della dignità delle agenzie di viaggi.
La querelle andava avanti dal 2021 e, nei giorni scorsi, Ryanair è stata chiamata in Tribunale. Ora è arrivato il verdetto, che ha dato ragione alla compagnia low cost: come riporta preferente.com, infatti, il tribunale ha stabilito che "le Ota non hanno accordi commerciali con Ryanair e non sono autorizzate dalla compagnia a vendere i loro voli". Non solo: i messaggi inviati dalla compagnia aerea ai clienti, in cui accusava la distribuzione si aver compiuto atti illeciti, secondo il tribunale sono "vere, obiettive e pertinenti". In particolare, il riferimento va alle dichiarazioni in cui Ryanair affermava che i player intermediari applicassero supplementi alla tariffa e alle commissioni della stessa Ryanair, contrastassero le comunicazioni tra il vettore e i clienti e bloccassero i pagamenti dei rimborasi non fornendo i dati dei conti dei viaggiatori.
Il commento di Ryanair
Entusiasta, ovvamente, la reazione di Ryanair. Il direttore marketing della compagnia aerea, Dar Brady, ha commentato: "Accogliamo con favore questa sentenza della Corte che aumenta la consapevolezza del danno causato a Ryanair e ai nostri clienti dalle Ota che applicano rincari ai clienti, ostacolando la nostra facoltà di contattare direttamente i viaggiatori con importanti aggiornamenti sui voli e bloccando i rimborsi a cui hanno diritto gli utenti".
E ovviamente la compagnia non ha mancato di sottolineare nuovamente la sua politica di vendita diretta: "Incoraggiamo tutti i clienti a prenotare i propri voli direttamente sul sito web o sull'app Ryanair per accedere alle tariffe più basse e ai servizi di assistenza clienti diretta".
La sentenza fa ovviamente riferimento al diritto spangolo, ma rappresenta comunque un 'caso', dal momento che di fatto avalla quanto affermato da sempre dal vettore circa l'intermediazione.