Affitti brevi, è battaglia:tutti contro Airbnb & co.

È il fenomeno che ha destabilizzato il mondo turistico. Da sempre presente sul mercato, grazie alle piattaforme online come Airbnb, l’affitto breve ha conquistato quote di mercato che non possono essere più considerate come secondarie o irrilevanti. E ora arriva la resa dei conti.

L’ultima mossa arriva dal Consiglio di Stato, che ha chiamato in causa la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a proposito delle norme sulla cedolare secca che chiamano in causa proprio i portali online. Una serie di regole contestate proprio da Airbnb, che aveva avviato una battaglia legale.

Ma questo è solo l’ultimo capitolo che potrebbe andare a comporre il nuovo quadro normativo di riferimento per il settore degli affitti brevi.

Il codice identificativo
Per quanto riguarda l’ordinamento italiano, infatti, ai blocchi di partenza ci sarebbe anche il provvedimento riguardante il codice identificativo, ovvero uno strumento che consentirebbe di monitorare con più efficacia gli affitti brevi e dunque i relativi versamenti di tasse e imposte.

La norma era stata annunciata dall’allora ministro del Turismo Gian Marco Centinaio ed era stata accolta con favore dagli albergatori e dal mondo del turismo in generale.

Ma con il cambio di esecutivo il comparto resta in attesa dei decreti attuativi che dovrebbero mettere effettivamente in pista le norme in questione.

Nonostante le incertezze, quello che emerge chiaramente è che il panorama normativo si sta muovendo, stringendo il cerchio sulla galassia degli affitti brevi.

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