Il commento del direttore
Remo Vangelista
Tra il 4 e l’8 dicembre, per il ponte dell’Immacolata, le strutture ricettive italiane dovrebbero registrare 4 milioni di pernottamenti, anche se molte camere sono rimaste vuote: il tasso di occupazione delle stanze disponibili è infatti del 62%.
È quanto emerge dalle stime elaborate dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti sulla base di un’indagine realizzata sui portali online di promozione e commercializzazione turistica. Le misure di contenimento per la risalita dei contagi allontanano le ipotesi di nuove ulteriori restrizioni, ma la situazione del settore rimane sempre molto complicata anche se per ora una quota rilevante di domanda non rinuncia al viaggio programmato. I risultati migliori sono emersi per alcune regioni del Nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna) e del Centro Italia (Lazio e Toscana).
Per le altre regioni mediamente i risultati si attestano su valori vicini al 60%, ad eccezione di Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia, che scendono sotto questa soglia. Il flusso maggiore di visitatori si registrerà nelle città d’arte – che vedono occupate 7 camere su 10 – ma valori interessanti risulterebbero anche per le località dei laghi e della montagna.
“L’incertezza causata dal ritorno dell’emergenza Covid sta facendo sentire i suoi effetti anche sul mercato domestico - spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti -. Dopo aver bloccato o quasi gli arrivi di turisti stranieri, il timore della quarta ondata e l’ombra di possibili restrizioni iniziano a frenare anche la domanda da parte dei viaggiatori italiani. Un colpo alla ripresa del settore, che dopo la buona performance estiva ha visto un progressivo peggioramento delle prospettive. C’è bisogno di fare di più per sostenere la filiera: il settore rischia un nuovo stop di fatto, è urgente prorogare aiuti per le imprese e tutele per i lavoratori”.