Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’aumento dell’occupazione lavorativa legata al settore turistico ha come effetto quello di ridurre il numero di laureati nel territorio di riferimento. È questo il risultato di un’indagine presentata dal quotidiano La Voce e che offre dei dati allarmanti per il nostro Paese. Intanto la fotografia attuale, che vede l’Italia fare la parte del gigante in termini di arrivi turistici, ma crollare alle ultime posizioni per qualità dei suoi addetti.
Il numero di laureati impiegati nel settore è infatti meno del 7%, al terzultimo posto, seguito solo da agricoltura ed edilizia ma addirittura un terzo degli addetti non ha conseguito neanche il diploma di scuola superiore. Secondo chi ha condotto l’indagine, il motivo principale è da ritrovare nel fatto che la maggior parte dei lavoratori turistici è impiegata in servizi alberghieri o di ristorazione, quindi a basso contenuto intellettuale.
Il dato più allarmante riguarda però l’andamento futuro. Secondo lo studio, infatti, al crescere dell’occupazione turistica diminuirà il numero di iscrizioni all’università, soprattutto nelle facoltà umanistiche. Il fenomeno coinvolge ugualmente uomini e donne, con queste ultime che più difficilmente recupereranno il percorso di studi interrotto.