Un'Italia a caro prezzo:i timori dell'incoming

Turisti pronti a tutto pur di visitare l’Italia e le sue destinazioni iconiche oppure più sensibili al rialzo delle tariffe che ha investito tutti i comparti della filiera (dagli alberghi alla ristorazione passando per i musei e i mezzi di trasporto)? È questo il dilemma su cui si interrogano gli operatori della Penisola che operano nel settore incoming. Un tema d’attualità che, come anticipato dalla nostra agenzia di stampa, ha acceso il dibattito degli addetti ai lavori, oggi preoccupati dagli effetti dell’impennata delle tariffe sulla propensione alla spesa dei viaggiatori.

Il nodo dei listini
“Il problema - sottolinea Marcello Benevento, direttore operativo di Ada Tour - è che quando andiamo a confermare un gruppo, i listini concordati mesi fa non sono più rispettati e ci ritroviamo con tariffe più alte che vanno a comprimere il nostro mark up. È una situazione ormai all’ordine del giorno e che, purtroppo, rischia di rendere la ripresa più complicata del previsto”.

Non crede che gli aumenti siano sempre motivati Niccolò Mazzi, ceo di DiVita Tours: “Da una parte esiste realmente il problema dell’inflazione, dall’altra, però, ci sono ritocchi all’insù del 50 e addirittura del 100% dovuti più alla speculazione e alla volontà di cavalcare l’onda dei rincari che a fattori oggettivi. Nonostante questo, abbiamo avuto un 2022 costantemente fully booked, ma - aggiunge - quanto potrà durare questo trend? Quanto il mercato continuerà a pagare servizi non in linea con le tariffe?”.  

Le reazioni della clientela
Parla di una ripresa a ostacoli anche Carlo Maderna, direttore di Clio Viaggi: “Gli aumenti sono generalizzati e riguardano tutti i servizi che compongono un pacchetto, che, mediamente, oggi costa il 20/25% in più rispetto al 2019. Magari lo straniero non batte ciglio, ma c’è anche chi cerca di risparmiare sulla sistemazione alberghiera, o chi, ed è il caso più frequente, accorcia la durata della vacanza. O ancora chi tenta maldestramente di procedere fai da te, credendo che l'online sia più conveniente, salvo poi ricredersi alla prova dei fatti”.  

Che nulla, nemmeno l’innalzamento significativo dei prezzi, sia invece riuscito a scalfire la voglia d’Italia lo sostiene Julian Zappalà, titolare di Dimensione Sicilia: “Il caro prezzi sta avendo un peso, certo, ma il mercato lo sta assorbendo senza difficoltà. Da parte di Paesi come Australia, Argentina e Stati Uniti non solo non vediamo nessun freno, ma i numeri di quest’anno sono già superiori al 2019. E anche febbraio, un mese tradizionalmente di bassa stagione, sta registrando movimenti inaspettati, che non avevamo mai avuto”.

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