Il commento del direttore
Remo Vangelista
Nuova fumata nera sulla riforma delle concessioni balneari dopo l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi.
Come riporta Corriere Romagna infatti, nessun dato definitivo è ancora emerso circa l’abbondanza di risorsa sul territorio nazionale, che potrebbe aggirare la direttiva Bolkestein e liberare le spiagge dalle aste pubbliche.
Tutto ruoterebbe quindi intorno alla mappatura per la quale il Ministero dell’Economia ha istituito il Siconbep, un nuovo sistema di mappatura digitale delle concessioni dei beni pubblici.
Ezio Filipucci, Assobalneari, Federturismo Confindustria Emilia Romagna, ha commentato: “Ho la ferma convinzione che saremo in grado di dimostrare che in Italia ci sono abbondanti aree da attribuire per nuove concessioni prima di farlo con quelle esistenti. La direttiva servizi, che noi non vogliamo eludere ma applicare correttamente, non si propone di creare disoccupazione o sostituzione di impresa, bensì nuove opportunità di lavoro”.
Mauro Vanni, presidente di Confartigianato imprese demaniali, chiede unità: “È giunto il momento di essere compatti e di andare avanti in sintonia. Solo così, come associazioni di categoria, potremo dare una mano al Governo e spuntarla in Europa”.
Fabrizio Pagliarani, presidente provinciale di Confesercenti balneari, aggiunge: “Auspichiamo che la strada intrapresa dal Governo in questi mesi sia quella giusta. Anche se temiamo che sia una strada pericolosa, visti i tempi strettissimi. Incombono, infatti, delle scadenze e abbiamo bisogno di sapere al più presto se l’Ue sarà d’accordo sui criteri che deciderà l’Italia, e non è escluso che vengano chiesti ulteriori approfondimenti. Il rischio, a quel punto, sarà che non avremo più tempo, come già accaduto, e che i comuni aprano i bandi a macchia di leopardo”.
Su un punto le associazioni comunque concordano: “Dovrà essere il Governo a tracciare la rotta, e non spetta alle singole Regioni definire la percentuale di spiagge libere”.