Balneari, braccio
di ferro con l’Ue
sugli indennizzi

Si gioca tutta sugli indennizzi la trattativa del governo italiano con la Ue per i balneari. Il ministro Salvini aveva infatti detto di voler concedere “indennizzi reali e non mance” ai concessionari uscenti, rispondendo indirettamente alla dura lettera arrivata dalla direzione generale Grow dell’Unione europea. Bruxelles ritiene infatti che indennizzi troppo alti, che sarebbero a carico a carico dei subentranti, possano essere un disincentivo a partecipare alle future gare. Il sospetto, spiega Il Sole 24 ore, potrebbe essere quello che il meccanismo, scoraggiando i concorrenti, sia stato ideato per lasciare al loro posto la stragrande maggioranza degli attuali titolari.

Sulla tipologia di beni indennizzabili l’Ue è molto più restrittiva rispetto alla bozza del decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e del Ministero dell’Economia, presentata dal ministro Matteo Salvini alle associazioni di settore. I funzionari europei hanno sottolineato che non possono essere considerati valore aziendale, avviamento, né spese relative a marchi e brevetti.

Per la Ue vanno esclusi beni diversi da quelli immateriali strettamente necessari per la fornitura del servizio e che risultano trasferiti al nuovo concessionario. Devono inoltre restare fuori dal calcolo non solo le strutture abusive, ma anche tutte quelle fisse ad eccezione di quelle strettamente necessarie per fornire il servizio e di quelle di “difficile rimozione” acquisite dallo Stato, che devono essere comunque menzionate nel bando di gara. Non possono inoltre essere presi in considerazione gli investimenti relativi a strutture rimovibili.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana