Il commento del direttore
Remo Vangelista
Semplificazione e velocità tecnologica non vanno confuse. Il panel ‘C’è qualcosa che i traghetti possono imparare dagli aerei?’, proposto durante l’Adriatic Sea Forum di Ravenna ha messo ben in chiaro la differenza che corre fra l’uso della tecnologia nel vettore aereo rispetto a quello marittimo. “Sicurezza, efficienza dei flussi e miglioramento dell’experience sono tre campi comuni ai due vettori nei quali il contributo dell’innovazione digitale appare oggi più evidente - ha rilevato Francesca Benati, senior vice president travel seller Europe & ceo Italy di Amadeus -, ma nel mercato aereo vediamo prendere sempre più piede soluzioni basate sulla rapidità del riconoscimento dei target, mentre le esigenze nel marittimo sono soprattutto di ordine logistico”.
Quel che funziona nel primo settore, potrebbe risultare dunque dannoso nel secondo. “Chi usa i nostri traghetti non necessita di spostarsi da un punto A a un punto B il prima possibile - ha osservato Francesca Marino, passenger department manager Grimaldi Lines -, ma riconosce nella dimensione del mare un’esperienza di vita emotivamente e paesaggisticamente coinvolgente, nella quale la lentezza apre addirittura a una tolleranza maggiore per il ritardo, perché compensata dalla bellezza d’insieme”. “Le navi hanno un potenziale esperienziale enorme rispetto alla rigidità dello spazio aereo - ha concordato Matteo Della Valle, chief passengers sales& marketing officer Gnv - e lo stesso modello di bordo andrebbe esteso ai porti e alle marine negli orari notturni, seguendo un approccio a sé rispetto agli eccessi procedurali degli aeroporti”.