Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Attraverso semplici e chiare regole, e soddisfacendo tutte le condizioni che salvaguardano la sanità dei singoli e del nostro Paese, Israele, riapriamo le porte anche a chi non viaggia in gruppo o attraverso un tour operator”.
Kalanit Goren Perry, direttrice dell'Ufficio del Turismo Nazionale Israeliano, commenta con queste parole la decisione di Israele di aprire le porte, dal 1 novembre, alle persone vaccinate che rispettino una serie di requisiti.
Innanzitutto non si deve aver soggiornato in un Paese della lista rossa durante i 14 giorni precedenti l’ingresso in Israele. Inoltre bisogna essere vaccinati con un vaccino approvato dall’Oms o affine, e l’ingresso in Israele deve avvenire attraverso l’aeroporto Ben Gurion.
Le norme per i vaccini
Per i vaccini Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Sinovac o Sinopharm, tutti ammessi, occorre che siano trascorsi 14 giorni o più dalla seconda dose - o dal richiamo - prima di entrare nel Paese, ma non più di 180 giorni dopo aver lasciato Israele. Tra i vaccini approvati dal Paese anche lo Sputnik-V, a partire dal 15 novembre 2021, ma in questo caso occorre sottoporsi al test sierologico in Israele e attendere in isolamento l’esito del test.
Per poter entrare occorre anche eseguire un test Pcr fino a 72 ore prima del volo di andata e occorre compilare una dichiarazione di passeggero prima di entrare. I passeggeri con un certificato digitale verificabile scannerizzeranno o caricheranno il loro certificato di immunizzazione o guarigione sul modulo del passeggero in arrivo e riceveranno un green pass prima di salire a bordo dell'aereo.
Verrà inoltre eseguito un test Pcr all'atterraggio all'aeroporto Ben Gurion, rimanendo in isolamento fino a quando non si ottiene un risultato negativo.