Il commento del direttore
Remo Vangelista
Bella e impossibile. Le recenti elezioni americane hanno inflitto l’ennesimo duro colpo a chi ancora sperava in una ripartenza di Cuba come destinazione turistica.
Malgrado tutto però gli operatori turistici continuano a programmarla, certi che i punti forti di una meta che era fra le top per la clientela italiana prima o poi torneranno a farne un prodotto di punta sul mercato dei viaggi a lungo raggio.
Sui tempi però, purtroppo, nessuno azzarda previsioni.
“Non c’è domanda – ammette sconsolato Andrea Mele, ceo di Mappamondo -. Indipendentemente da problemi contingenti come possono essere black out elettrici o avversità meteorologiche, la destinazione è immobile da tempo”. Il colpo finale secondo il manager è quello che è stato inferto dai problemi legati al visto cubano sul passaporto, che rende l’ingresso degli Stati Uniti molto più difficile e macchinoso.
Mappamondo riconferma tuttavia fiducia in una destinazione strategica per il t.o.: “Manteniamo in loco un nostro rappresentante, che si occupa dell’assistenza dei clienti. Va detto che non esistono per i nostri clienti problematiche legate alla mancanza di elettricità o di cibo, in quanto gli hotel dispongono di generatori e il livello di servizio si mantiene buono, ma questo non è sufficiente”. Come non sono sufficienti i prezzi contenuti dei servizi o le offerte praticate dagli hotel. “Cuba rimane un prodotto molto competitivo fra le mete a lungo raggio, ma questo non basta ad attrarre i clienti. Per di più, manca qualsiasi attività di promozione”.
“Se una meta non è ‘di moda’ e non ha appeal sul mercato, la puoi anche regalare, ma nessuno la prenoterà – fa eco Michele De Carlo, titolare di Latin World -. I prezzi contenuti in questo caso non bastano. Noi continuiamo a tenere aperta la destinazione e abbiamo il nostro personale attivo sull’isola, ma al momento si tratta di un’operazione in perdita. Quello che dispiace è che, nonostante tutto, i pochi turisti che la scelgono, tornano soddisfatti. Cuba non è così cambiata rispetto al passato; problemi legati a carenza di energia elettrica o cibo si sono sempre manifestati ciclicamente. E’ vero, a Cuba bisogna sapersi muovere, ma grazie ai nostri assistenti residenti la qualità del viaggio resta buona e i disservizi praticamente inesistenti”.
Secondo De Carlo il problema risiede sia in una campagna stampa che enfatizza informazioni incomplete, creando disaffezione per la meta, sia nelle difficoltà legate al visto cubano sul passaporto. “E comunque, gli agenti di viaggi non la propongono” lamenta il manager.
La situazione era stata segnalata qualche tempo fa anche dal ceo di Veratour, Stefano Pompili, che in un’intervista rilasciata al direttore di TTG Italia aveva commentato: “Cuba è una destinazione persa sotto alcuni aspetti, perché vive un ciclo negativo. Tra qualche stagione sono certo che riprenderà a crescere, ma prima serve un rinnovamento importante delle strutture alberghiere”.
Chi si discosta da queste riflessioni è Elizabeth Garcia Oro, amministratore delegato di Havanatur Italia: “Guardiamo con ottimismo al futuro del turismo cubano, poiché l’isola vanta un patrimonio culturale e naturale unico, arricchito da strutture turistiche di livello internazionale in continua crescita. Havanatur Italia è presente sul mercato italiano da 33 anni e collabora sinergicamente con Havanatur, attivo a Cuba da oltre 46 anni. Questa relazione ci consente di proporre una meta sicura e affidabile e di offrire una vasta gamma di servizi. Riteniamo che le incognite per il futuro prossimo siano legate soprattutto al trasporto aereo: una maggiore collaborazione tra compagnie aeree e operatori turistici migliorerebbe significativamente l’accessibilità alla nostra isola”.
Intanto, “Havanatur Italia lavora con una rete di agenzie di viaggi sia italiane che estere; a breve lanceremo un sistema di booking online che consentirà agli agenti di essere più autonomi nel preventivare i servizi che offriamo”.