Il commento del direttore
Remo Vangelista
Con un tasso recovery del 103% sul 2019 (69 milioni di visitatori internazionali) e un giro d’affari che dovrebbe toccare i 23,37 miliardi di dollari nel 2024 (+8,2%, crescendo annualmente del 7,49% sino al 2029 per raggiungere i 33,54 miliardi di dollari), l’Africa mostra un potenziale di sviluppo enorme, ma ancora imbrigliato in troppi particolarismi. Occorre dunque individuare esperienze e valori che ne esprimano l’essenza in modo immediato.
Se pochi sono i dubbi sul crescente appeal del Continente, l’idea che possa essere promosso come un prodotto di mercato standardizzato è però quanto di meno realistico i tour operator italiani e occidentali reputino possibile. “Innegabilmente la percezione dell’Africa è mutata da dopo la pandemia - riconosce Alessandro Simonetti, titolare e g.m. di African Explorer - cominciando a essere vista non più come la culla di tutte le guerre o le epidemie, bensì come una destinazione dove ritrovare risorse naturali e valori sociali in declino altrove, oltretutto in un clima di relativa sicurezza”
Cambia la domanda
Per African Explorer la domanda del cliente (+20% sul 2023) è molto più focalizzata sul conoscere quanto dell’Africa ancora ignoriamo; l’interesse del viaggiatore muove inoltre dalla consapevolezza che, per vivere l’Africa in modo più autentico, occorrono budget non inferiori ai 4mila euro per almeno 10-15 giorni e che l’adv, al pari del tour operator, resta il primo e spesso l’unico interlocutore mediante cui orientarsi nel Continente Nero.
“L’immaginario comune è ancora legato a una tripartizione semplicistica - osserva Ludovico Scortichini, ceo di Go World - cioè il nord delle grandi civiltà, il mosaico tropicale/equatoriale delle misteriose tradizioni etniche e l’area australe dei grandi safari. Eppure alcune nuove tendenze stanno contribuendo a maturare uno sguardo trasversale, attento ad esempio allo shopping artigianale di arredo e abbigliamento, o a un confronto etico con le comunità fondato su reciproche forme di educazione al buon vivere”.
Esperienze autentiche
“L’esigenza di comprendere meglio le peculiarità dei territori è correlata anche alla crescente affermazione di una clientela di fascia medio-alta, in grado di concedersi esperienze più lunghe, complesse e in gruppi meno numerosi”. Francesca Lorusso, product manager Shiruq/Mappamondo, spiega che “tutto questo si traduce in un’offerta sartoriale aperta alla combinazione di più regioni nell’area maghrebina, così come a un ritorno verso il deserto, ma con la richiesta di livelli di comfort non di rado assenti su destinazioni emergenti. In Algeria, ad esempio, riceviamo pressioni affinché siano allestiti campi tendati di lusso, mentre l’interesse per l’Africa Occidentale resta contenuto proprio per un’immagine ancora troppo lontana dagli standard dell’ospitalità europea”.
“Lo sforzo che stiamo sostenendo in questi anni e che comincia a portare frutti - spiega Andrea Bianchi, product manager Africa del Sud di Idee Per Viaggiare - consiste nel promuovere viaggi basati su attività o eventi specifici: in Sudafrica, ad esempio, la musica è diventata un mezzo per entrare in contatto con ambienti familiari. Crescono poi le richieste di alloggi in siti ‘instagrammabili’. Più che un’Africa dell’avventura e dell’ignoto, oggi ha successo soprattutto una narrativa dell’Africa filtrata da nuovi paradigmi”.