Il commento del direttore
Remo Vangelista
Un altro mese di agosto sotto i riflettori per Ryanair. Lo scorso anno la compagnia era stata al centro delle cronache per due volte, la prima quando inaspettatamente il vettore si era trovato ad avere a che fare con lo spettro degli scioperi dei propri dipendenti e la seconda quando era arrivato l’annuncio della nuova policy bagagli, che aprì un lungo dibattito in merito alle nuove regole.
In questa summer 2019 la compagnia di Michael O’Leary si appresta invece ad affrontare una serie di questioni, al momento ancora aperte e in divenire, che potrebbero cambiare molto lo scenario del prossimo futuro. Costringendo probabilmente la compagnia a rivedere in corsa i piani di espansione.
Il nodo B737 Max
Il ceo non ne ha fatto mistero nel corso della presentazione dell’ultima trimestrale, nella quale a fronte di fatturato in aumento, la compagnia si trova ad affrontare un calo degli utili dovuto in particolare al programmato abbassamento delle tariffe medie. Il primo problema si chiama B737 Max. Finora lo stop non ha toccato Ryanair, ma ora inizierebbero le consegne programmate, 5 aerei già dall’autunno. Ma con la situazione attuale e la prospettiva di un ritorno in volo non prima del 2020, saranno aerei di fatto inutilizzabili. Per la winter dovranno quindi essere rifatti i piani e le parole che ricorrono sono: chiusura di alcune basi e taglio del personale. Oltre al rallentamento del recruiting di nuovi piloti.
Brexit e scioperi
Con l’avvento alla carica di primo ministro britannico di Boris Johnson si riapre poi l’ipotesi di una Brexit no deal, ovvero senza accordo con l’Ue. Uno scenario che per il trasporto aereo rappresenta una forte minaccia, e anche in questo caso la compagnia ha messo e mani avanti su un cambio di programma e taglio di voli.
Per la compagnia, infine, continua la possibilità che la minaccia scioperi torni ad affacciarsi. Insomma, acque agitate in un contesto generale tutt’altro che favorevole per il settore. Si attendono quindi le contromosse.
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