Il commento del direttore
Remo Vangelista
È un appello accorato, un vero e proprio grido d’allarme quello che Norwegian ha appena lanciato. Servono interventi urgenti da parte del Governo norvegese, un’iniezione di liquidità seguita da una fase due per un piano di rilancio oppure per la compagnia che ha lanciato nel mondo il lungo raggio low cost il rischio di uno stop è concreto.
Sembra un copione già visto quello che ora coinvolge la compagnia aerea norvegese. La situazione per Norwegian è improvvisamente precipitata in concomitanza con l’emergenza coronavirus, mandando a gambe all’aria il piano di ritorno all’utile avviato un anno fa e che stava iniziando a fare vedere i primi risultati positivi.
SItuazione complicata
Poi il progressivo rallentamento della domanda, in primis in Europa, a cui ha fatto seguito il travel ban di Donald Trump, che ha tagliato le gambe alla principale fonte di sostentamento del vettore, ovvero i collegamenti tra Europa e Stati Uniti. A nulla sembrano essere valsi gli interventi fiscali decisi dal Governo norvegese: il crollo in Borsa (ieri la capitalizzazione della compagnia si era ridotta a pochi milioni di euro) insieme alla stretta creditizia rischiano di lasciare ora le casse a secco, a meno di un’immissione di nuovi fondi da parte del Governo.