Il commento del direttore
Remo Vangelista
È arrivato solo venerdì sera, dopo quasi un anno di sterili discussioni, il via libera tecnico-politico per la cessione dei “complessi aziendali facenti capo ad Alitalia e ad Alitalia Cityliner”.
Una mossa assolutamente necessaria perché la partenza di Ita è legata alla messa in vendita di aerei, dipendenti e slot di Alitalia, così come lo è la discussione con Bruxelles sulle modalità della cessione.
Come spiega Il Messaggero sarà adesso il nuovo ministro Giancarlo Giorgetti, già molto scettico sul salvataggio, a dover gestire il dossier. Un dossier quantomeno scottante, dal momento che sembra che tra una quindicina di giorni i soldi in cassa saranno esauriti e gli 11mila dipendenti potrebbero quindi non ricevere la paga di febbraio.
Le soluzioni per il salvataggio
Tre le alternative per il salvataggio del vettore: accelerare il nuovo bando di gara al massimo, conferire direttamente gli asset, o meglio una parte di questi, alla newco con una gara in qualche modo ridotta e invocando l’interesse nazionale e infine, terza soluzione, l’acquisizione diretta da parte dello Stato degli asset Alitalia, già in debito nei confronti del Tesoro, con il contemporaneo azzeramento di quanto dovuto alle casse pubbliche.
Come sottolinea Il Messaggero lo Stato darebbe poi ad Ita, che fa capo al Tesoro, sia gli aerei che i dipendenti. L’obiettivo è tentare la ripartenza prima dell’avvio della stagione estiva.