Il commento del direttore
Remo Vangelista
Fino ad ora, almeno da questo punto di vista, tutto era andato bene. Ma ora la rotta si sta invertendo. E sulle partenze estive rischia di incombere lo spettro del caro carburante, un valore in grado di ripercuotersi a caduta su tutta la filiera turistica e su quasi ogni tipologia di viaggio.
Le cifre parlano chiaro e basta dare un’occhiata ai dati snocciolati da Iata per capire come il costo del carburante stia salendo, trainato dalla ripresa del prezzo al barile del petrolio. I numeri diffusi dall’associazione parlano di un innalzamento di qualche punto percenutale al mese (l’aumento era del 5,4% il 10 febbraio, rispetto a 30 giorni prima).
Le previsioni del settore
Gli aumenti, però, non si ripercuoteranno immediatamente sui prezzi dei voli. “Almeno per 6 mesi non ci saranno cambi importanti”, precisa Robert Ajtai, country manager Italia di Air Europa. Meno confortante la previsione che aveva fatto qualche settimana fa Akbar Al Baker, ceo di Qatar Airways: “La fuel surcharge potrebbe presto tornare sulla scena. I prezzi dei carburanti sono cresciuti del 20 per cento e quindi dovremmo rivedere al rialzo i prezzi dei biglietti aerei”.
Gli effetti probabilmente arriveranno, anche se non immediatamente. Anche perché sull’acquisto del carburante si gioca buona parte della strategia dei costi delle compagnie aeree e molte di loro si aggiudicano ‘partite’ di fuel ben prima di doverle utilizzare. Ma qualche ricaduta ci sarà, magari a ridosso del picco delle partenze estive.
Torneranno anche i tanto contestati adeguamenti carburante? Sicuramente non è un’ipotesi da escludere a priori. La fuel surcharge potrebbe tornare dietro ai banconi in tempo per l’alta stagione. Con il suo carico di importi da ‘inseguire’ e da versare pochi giorni prima della partenza.