Il commento del direttore
Remo Vangelista
Agenzie sì, ma con una corsia preferenziale. I tour operator italiani hanno tracciato la strada ormai da diversi anni, mettendo in chiaro una cosa: meglio concentrare gli sforzi sui dettaglianti che offrono le performance migliori. Ed ecco nascere, di volta in volta, i ‘club’ delle agenzie più fedeli o semplicemente regimi commissionali che premiano chi lavora con continuità e non saltuariamente.
La leva delle percentuali, del resto, non è mai passata di moda. Certo, il discorso della distribuzione turistica non può esaurirsi nel punto in più di commissione. Ma, allo stesso tempo, non può neanche prescindere dalla questione delle remunerazioni. Ed è qui che entrano in gioco le nuove dinamiche che da qualche tempo a questa parte stanno muovendo gli operatori.
Le conseguenze per il mercato
Ma, sul lungo termine, quali possono essere le conseguenze di queste scelte? Da un certo punto di vista sembrano uscirne avvantaggiate le agenzie di dimensioni maggiori, quelle in grado di garantire ampi volumi.
Gli sforzi dei tour operator sembrerebbero aggiungersi alla spinta arrivata dalle istituzioni che, con normative sempre più complesse (ad esempio su privacy e assicurazioni) sembrano orientare il mercato verso punti vendita sempre più grandi.
Ma questo forse non è l’unico punto di vista da cui guardare il fenomeno. C’è anche un altro elemento da tenere in considerazione.
Nel settore dell’abbigliamento, ormai da tempo il mercato ha visto i negozi monomarca prendere piede. Un movimento simile sembra essere iniziato anche nel turismo. Difficile, ovviamente, pensare che a un’agenzia di viaggi che distribuisce un solo tour operator. Ma sta diventando altrettanto complicato ipotizzare punti vendita che lavorino ugualmente con ciascun operatore.
La specializzazione delle adv è un processo in atto già da parecchio tempo. Ma ora ci si potrebbe attendere un ulteriore passo in avanti: non solo la focalizzazione sulle tipologie di prodotto, ma anche sui tour operator.
La rotta tracciata da molti dei principali tour operator (soprattutto quelli che hanno un business model che necessita di grandi volumi) va esattamente in questa direzione.