Il commento del direttore
Remo Vangelista
Gli esperti di mixology dicono che in un cocktail l’equilibrio fra gli elementi è tutto. Come in un cocktail eccezionale, così il nuovissimo Mandarin Oriental Mayfair trova la sua forza proprio nell’equilibrio dato dal mix fra Oriente e Occidente.
TTG Italia è andato a visitare il nuovo hotel che affaccia sulla storica Hanover Square, a pochi passi da Regent Street e Oxford Circus, nell’ombelico di quella Londra dove si incrociano arte, moda e cultura.
Fin dall’inizio, la dichiarazione di intenti di MO Mayfair è chiara. Il ventaglio, che è simbolo orinetale di ogni hotel Mandarin, in questo caso è disegnato e realizzato da un’icona della moda british e occidentale, Vivienne Westwood. E fa bella mostra di sé vicino alla conciergerie.
Ma non è la prima cosa che si vede, entrando nella nuovissima struttura Vierendeel relizzata da RSHP.
Il MO Mayfair dà infatti spazio all’effetto ‘wow’: dall’ingresso, infatti, la prima cosa che si vede è il ristorante Akira Back, il ristorante principale dell’hotel, caratterizzato da uno luminoso soffitto in vetro e da una scenografica opera in legno di Charlie Whinney, che solleva la parete come in grandi onde.
Secondo la logica dello studio di design Curiosity di Tokyo, che ha progettato le parti comuni, l’opera rappresenta il vento, così come un panneggio di tessuto, posizionato sopra il bancone per sushi in legno che caratterizza il ristorante, racconta l’acqua, grazie all’illuminazione interna.
L’offerta f&b del MO Mayfair si completa con il ristorante coreano Dosa, un’esperienza culinaria immersiva con un menu degustazione in un intimo chef table per soli 14 ospiti, l’ABar Lounge, accanto al ristorante e con l’ABar Rooftop, con vista sulla skyline londinese, che ha aperto i battenti solo ieri.
La spa
Secondo momento wow per l’hotel è la spa. L’ingresso è buio, illuminato da numerose piccole luci alle pareti che sembrano lucciole e alla prima svolta si viene accolti dalla luce dorata che illumina un intrico di rami spoglio, che sembra fluttuare nell’aria.
Ma il punto di forza è la piscina: nel buio illuminato da centinaia di piccole lucciole si stendono 25 metri di vasca, con il fondale che cambia colore per dare l’illusione completa di nuotare in un mare incontaminato.
Fra le possibili offerte della spa, una riguarda il tempo: non si prenotano, infatti, trattamenti, ma si prenotano le ore di permanenza, durante le quali si può accedere alla piscina, alla sala gym e a una serie di trattamenti inclusi.
Camere e suite
La struttura,, secondo indirizzo di Mandarin a Londra, si configura come un boutique hotel da 50 stanze, affiancato da 77 residenze a marchio che condividono i servizi della struttura.
Le camere, ed è il terzo effetto wow dell’hotel, contrastano fortemente con le atmosfere raccolte delle parti comuni. Sono ampie e luminosissime, in colori dove domina una nuanche di oro chiaro sulle tappezzerie e sulla scelta dei tessuti per i letti e i divani, colore scelto perché ogni camera è come uno scrigno.
Le atmosfere orientali si coniugano con le linee pulite dei divani e dei mobili, in un mix che Studio Indigo, l’interior design, riesce a trasformare in una sensazione liquida di benessere.
Molte delle camere dell’hotel possono essere interconnesse, offrendo soluzioni di privacy e spazio per famiglie numerose o gruppi in viaggio.
Nel suo complesso, il Mandarin Oriental Mayfair trasmette la sensazione di un luogo dove rilassarsi e respirare, la classica boccata di aria fresca e luce in una città frenetica come Londra.