Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una cifra da brivido - 32,6 miliardi di euro - e una scadenza: oggi. È infatti il 17 giugno il primo ‘tax day’ dell’anno, un appuntamento sgradito ma obbligatorio che imprese e famiglie hanno con l’Erario.
Entro oggi, dunque, gli imprenditori dovranno pagare al fisco 12 miliardi circa di ritenute Irpef, mentre le famiglie e le imprese dovranno versare un totale di 9,9 miliardi di Imu e Tasi per le seconde case e gli immobili strumentali. Altri 9,8 miliardi entreranno nelle casse statali dal versamento dell’Iva, mentre 935 milioni è la cifra totale derivata dal versamento delle ritenute Irpef trattenute sui compensi dei lavoratori autonomi.
I nodi delle imprese
A riportare le cifre stimate dalla Cgia di Mestre è corriere.it, che segnala anche il grido d’allarme dell’associazione degli artigiani e delle piccole imprese: l’appuntamento di quest’anno è più difficile che mai. Onorare gli impegni fiscale sarà, infatti, un percorso a ostacoli per le imprese, che si trovano a dover avere a che fare con un momento economico particolarmente delicato e con una chiusura delle banche, sempre meno propizie a erogare crediti.
“Oltre ad avere una pressione fiscale tra le più elevate d’Europa - afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo - in Italia è estremamente difficile anche pagare le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema tributario spesso mettono in seria difficoltà perfino gli addetti ai lavori come i commercialisti, le associazioni di categoria o i Caf. Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli di piccola dimensione, che, all’interno della propria attività, in moltissimi casi non dispongono nemmeno di un ufficio amministrativo minimamente strutturato”.
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