Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il problema dell’overtourism non lascia indifferenti i turisti italiani. Lo conferma una recente indagine condotta da Evaneos, azienda che ha fatto dei viaggi sostenibili la sua missione, da cui emerge che il 70% degli intervistati ha rinunciato almeno una volta a visitare un’attrazione per l’eccessivo affollamento. E di questi il 27% dice di aver spesso sperimentato questo fenomeno.
Tra le mete italiane più associate maggiormente associate a un’eccessiva pressione turistica, Piazza San Marco a Venezia, il Colosseo e la Fontana di Trevi a Roma.
Tra le situazioni riscontrate più di frequente dagli intervistati quella di sentirsi oppressi dalla folla (31,7%) e quella di osservare sporco e rifiuti nei siti turistici (48%). Mentre vengono segnalati maggiormente tra gli impatti rilevanti del fenomento, l’aumento dei prezzi locali (57,5%) e il degrado della qualità della vita dei residenti (43,6%).
Come rimediare? I partecipanti hanno suggerito di incoraggiare la scoperta di destinazioni meno conosciute (49,3%) e stabilire quote di visitatori (42,1%) per limitare il sovraffollamento. Ma anche di sensibilizzare i turisti a comportamenti responsabili (40,4%) e offrire loro attività rispettose dell’ambiente (39%).
L’87,8% degli intervistati è disposto a preferire destinazioni meno frequentate. E quasi la stessa percentuale (86,8%) si dice disponibile a viaggiare al di fuori dei picchi stagionali. Infine l’82,7% privilegerebbe destinazioni meno visibili sui social network, evitando di entrare nel circolo viziose del turismo mordi e fuggi instagrammabile.