Il commento del direttore
Remo Vangelista
Nel 2025 il travel retail nel mondo dovrebbe aumentare per arrivare fino a 100 miliardi di dollari con un tasso di crescita annuo composto del 7,5% dal 2019 al 2025: i dati diffusi dall’associazione Travel Retail Italia sono all’insegna del più.
“Ovunque, dalle stazioni agli aeroporti italiani, abbiamo assistito al raggiungimento e superamento dei volumi pre pandemici con un fondamentale contributo dei viaggiatori internazionali. Abbiamo affrontato l’aumento inflattivo in Italia in modo ancora migliore di altri Paesi, grazie alla nostra voglia di risalire la china dopo un biennio difficile. Sicuramente è stato importante il riscontro avuto dalla riduzione della soglia del tax free shopping da 154,95 a 70,01 euro, un provvedimento che ci consente di tirare le fila in modo incoraggiante a fine 2024 con performance che rivelano incrementi ancor più significativi del retali tradizionale” ha commentato Stefano Gardini, presidente Atri.
David Jarach, executive chairman di diciottofebbraio, legge lo scenario che si prospetta nel quadro di un’attesa crescita economica globale del 3,2%. Esiste comunque un quadro più pessimistico rispetto a questi valori, che è legato ad un peggioramento delle tensioni internazionali e a un mancato riassorbimento dell’inflazione, laddove in Italia la situazione potrebbe comunque risultare meno complessa rispetto ad altri Paesi, in primis la Francia. C’è inoltre da osservare come la crescita dell’economia globale nel 2024 sia stata ancora una volta trainata dalle economie emergenti, che hanno registrato un incremento attorno al 4.2%.
Tale performance sarà probabilmente replicata anche nel 2025, mentre in Europa, e in altre econome avanzate, il tasso si è attestato nel 2024 all1,7% e arriverà all’1,8% nel 2025. Permangono per il 2025 numerosi punti di attenzione con riferimento alla Cina, mentre la Germania dovrebbe progressivamente uscire dall’attuale recessione.
In ascesa anche il volume di passeggeri del traffico aereo: si stima che, da qui al 2040, i passeggeri aumenteranno a livello mondiale del 3,4%, per un totale di 3 miliardi 923 milioni di passeggeri in più. Restano le preoccupazioni per il tema dei costi operativi, in considerazione del cambiamento delle rotte per via della guerra russo-ucraina che costringe i vettori europei a più lunghi percorsi e a una gestione del personale di bordo più costosa.
Va peraltro ormai scemando l’effetto del revenge travel già dallo scorso giugno, a partire dal mercato statunitense fino al contesto europeo, senza contare le problematiche relative ai ritardi nella consegna dei nuovi aeromobili.
In questo senso nel 2025 il traffico passeggeri negli aeroporti europei dovrebbe passare da una crescita del 10% prevista nel 2024 a un più conservativo, ma comunque significativo, +8% su base annua. “Bisogna anche osservare con attenzione la crisi emergente del mercato low cost negli Usa, a partire da Spirit Airlines, legata in prima battuta alla risposta imitativa da parte dei vettori tradizionali che ha annacquato il vantaggio competitivo dei primi. Un altro fenomeno interessante è quello dell’inserimento di nuovi velivoli a fusoliera stretta A321XLR sul lungo raggio, a partire da Iberia, che potranno permettere di inaugurare nuove tratte con connotazione punto-a-punto e hub bypassing” ha evidenziato Jarach.