Il commento del direttore
Remo Vangelista
Sembrerebbe sempre più probabile che Alitalia lasci l’aeroporto di Reggio Calabria. In questi ultimi giorni si sono rincorse le notizie di mercato rispetto all’abbandono da parte della compagnia aerea dell’Aeroporto dello Stretto, una scelta motivata da ragioni economiche.
Questione di redditività
La sostenibilità delle operazioni sull’aeroporto reggino sembrerebbe infatti non essere più garantita, con 3 voli giornalieri per Roma e uno per Milano (a cui si sommano i due settimanali per Torino), e la necessità di far quadrare i conti per la compagnia si fa sempre più incalzante. Si alza forte la voce della politica locale a tutela del territorio: il presidente della provincia Giuseppe Raffa, come riporta il portale Strettoweb, arriva infatti anche a chiedere che il territorio venga tutelato dallo strumento della continuità territoriale.
Ieri il Corriere della Sera tornava sulla possibilità che Alitalia potesse optare per la rinuncia ai collegamenti sulla Calabria. Questo nonostante la settimana scorsa i vertici del vettore si fossero confrontati con il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio, intervenuto per concedere una moratoria rispetto alla decisione definitiva.
Il piano di rilancio di Alitalia
Nei giorni scorsi erano inoltre emersi i primi dettagli del nuovo piano di rilancio di Alitalia. Tra le linee guida, una forte cura dimagrante, che implicherebbe un elevato numero di esuberi (si parla di circa 2mila), frutto anche della volontà di mettere a terra tra i 15 e i 20 aeromobili di medio raggio. E chiaramente, se Alitalia dovesse togliere i propri voli dallo Scalo dello Stretto, le posizioni del personale Az che opera su questo polo verrebbero messe a rischio.
Il tutto si inserisce in un contesto che, in questo momento, non è di massima tranquillità per gli scali calabresi. Enac ha infatti dato il via alla gara per la concessione dell’Aeroporto di Reggio e di quello di Crotone, e il futuro di questi territori sembra ancora tutto da scrivere.