Il commento del direttore
Remo Vangelista
Al momento conta 31 compagnie aeree, che diventeranno 45 entro la fine dell’anno. Ma sono in totale 86 i vettori che anno manifestato il loro interesse a passare al nuovo sistema di distribuzione. Sono questi i numeri dell’Ndc secondo David Rutnam, responsabile Iata della distribuzione in Europa e nei Paesi della Csi.
Il cammino di New Distribution Capability va avanti, anche con qualche timore in meno da parte degli attori della distribuzione, gds in primis. Se in un primo momento, infatti, il sistema che metteva a disposizione di tutti i canali l’intera offerta dei vettori (ancillary comprese) era apparso come una minaccia per l’intermediazione, ora i toni si stanno stemperando. Come dimostra anche l’opinione di Damiano Sabatino, vice president and managing director di Travelport per il Sud Europa e il Nord Africa: “L’Ndc in questi anni si è evoluto. Ora è uno standard di comunicazione”. Anche Roberto di Leo, fondatore di eMinds, tranquillizza: “Le connessioni dirette con le compagnie ci sono sempre state. Con Ndc, c’è la sfida della standardizzazione”. Una discussione, quella sull’impatto di New Distribution Capability sul mercato, che non si ferma solo alla Penisola, come riporta Gregory Sicignano, country manager Italia di Resaneo (del gruppo francese Vlc Travel): “In Francia il dibattito su Ndc è molto simile a quello che viene fatto in Italia”.
A smorzare gli animi interviene anche hermann Hahn, direct distribuiton provider manager di Lufthansa: “I gds stanno facendo un ottimo lavoro. La strada per il futuro è che ognuno possa scegliere il canale che preferisce”.