Il commento del direttore
Remo Vangelista
Nuova puntata nella querelle tra Italo e Rfi. Il casus belli questa volta è il rifiuto, da parte del gestore dell’infrastruttura ferroviaria (appartenente al Gruppo Fs), di accettare la richiesta di un aumento di capacità che Italo ha fatto da circa un anno.
Una decisione - ha spiegato l’a.d. di Italo Giambattista La Rocca in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato - per la quale il vettore ferroviario rischia ora “di essere escluso dal mercato”.
Il manager ha poi evidenziato, spiega themeditelegraph.com, come il rifiuto di Rfi metta ora la società privata “nell’impossibilità di richiedere gli slot per l’anno prossimo e di far circolare 10 treni già acquistati”. Italo ha inviato una segnalazione all’Autorità di regolazione dei trasporti, ma intanto si avvicina a grandi passi la scadenza dell’8 aprile, data entro la quale le imprese ferroviarie dovranno richiedere le tracce per il 2020: “È evidente - sottolinea La Rocca - che al momento non siamo in grado di farlo”.
La replica di Rfi
Ma la risposta di Rfi non si è fatta attendere. Con un comunicato, la società ha voluto sottolineare che “le proprie scelte operative sono sempre improntate a valori di terzietà verso tutte le Imprese ferroviarie”.
Secondo la ricostruzione di Rfi, nelle scorse settimane a Trenitalia e Italo sono state inviate “alcune proposte per i nuovi orari”, con misure “per ridurre le interferenze di circolazione”.
“Proprio per una questione di terzietà e per non creare evidenti situazioni di disparità - prosegue la nota -, oltre che per rendere compatibili le richieste di capacità dei due operatori dal punto di vista tecnico, il gestore dell’infrastruttura aveva specificato che tali misure potevano essere adottate solo se entrambe le imprese operanti sul sistema Av fossero state d’accordo”.
Rfi afferma poi che le proposte non avrebbero “trovato una sintesi con uno dei due operatori, che ha deciso di non accetarle”. Rfi, dunque, non ha potuto “dare seguii alle soluzioni proposte in modo unilaterale”. E conclude: “Il gestore ha fornito la più ampia disponibilità a proseguire le trattative per arrivare comunque a soluzioni - da adottare al cambio orario di dicembre 2019 - che potranno contribuire a migliorare le performance della rete e delle imprese”.