Il commento del direttore
Remo Vangelista
Quando potranno ripartire i B737 Max al momento è un mistero. L’unica certezza è che allo stato attuale il via libera per rimettere il modello della Boeing in volo non c’è, neanche dopo che la casa costruttrice aveva aggiornato il manuale per i piloti. E per i vettori che lo hanno in flotta aumentano costi e problemi.
In Italia, come noto, l’unica compagnia a utilizzare il B737 Max è Air Italy, con tre velivoli (uno dei quali ancora fermo a Il Cairo in attesa di un via libera per tornare alla base). Come soluzione tampone per non intaccare l’operativo la compagnia sta utilizzando due aerei di Bulgaria Air, con la quale ha un accordo di code sharing, e uno di Blue Air.
Tui e Norwegian
Nel resto d’Europa le compagnie più colpite sono Tui e Norwegian e per loro non c’è stata altra alternativa che rimettere mano alla programmazione per limitare i danni e i disagi pe ri passeggeri. Il ceo Bjorn Kjos è anche volato in America a Seattle per presentare il conto alla Boeing come aveva promesso.
Tagli alle rotte almeno fino alla fine del mese per American Airlines, mentre Air Canada, che di aerei ne ha 24, ha rivisto l’operativo fino alla fine di maggio (pur riuscendo a garantire il 98 per cento della programmazione).
E anche la Boeing stessa si trova a dovere affrontare pesanti conseguenze, che si aggiungono a quelle dell’immagine. Le prime cancellazioni degli ordini sono già arrivate e non è escluso che altri vettori non seguano le orme della prima a rinunciare, l’indonesiana Garuda.