Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il trasporto aereo sta attraversando l’ennesima fase di trasformazione. L’espansione di aeroporti e compagnie aeree sembra aver imboccato la strada in discesa.
I segnali di preoccupazione arrivano ormai da ogni angolo del mercato e si prospetta un’ulteriore fase di concentrazione, con brand destinati a sparire.
I vettori che si presentano sulle piste senza un'alleanza globale con un network di collegamenti e una flotta tirata al millimetro iniziano a mostrare segni di cedimento.
Se anche alcuni big del low cost si preoccupano dei cieli intasati e del calo della domanda qualcosa sta girando nel modo sbagliato.
Michael O’Leary anche dopo la riconferma a ceo di Ryanair ha comunque limitato le sue uscite e si guarda bene dall’attaccare i concorrenti. Non tira aria di grandi guadagni.
Lufthansa con il suo gruppo allargato di vettori appare quella più salda, ma a Francoforte seguono con estrema attenzione il revenue di ogni singola rotta. I tempi dello sviluppo a ciclo continuo sembrano finiti.