Il commento del direttore
Remo Vangelista
Prima Airlines4Europe, poi il ceo di Lufthansa Carsten Spohr, quindi il profit warning di easyJet. In mezzo la chiusura di Wow Air, dopo Germania e Flybmi, che hanno scoperchiato una pentola in ebollizione come quella dei piccoli vettori che fanno sempre più fatica a tenere il passo e a mantenere i conti in ordine. Senza dimenticare la vicenda del B737 Max, il cui stop è stato confermato e prolungato in attesa di accertamenti più approfonditi. E la Brexit, i cui sviluppi e le cui conseguenze sono ancora tutti da definire nei dettagli
Osservato speciale
Il mercato del trasporto aereo, in particolare in Europa, è sempre di più un osservato speciale. Il settore è reduce da alcuni anni di forte crescita, con diversi fattori che ne hanno decretato il successo e che hanno fatto la fortuna di big, low cost o no, che hanno saputo cavalcare l’onda.
Il caso easyJet
Ma adesso all’orizzonte gli stessi big hanno individuato alcune ombre, anche minacciose, dopo un lungo tempo di cielo sereno. Il profit warning di easyJet, in questo senso, è arrivato come un fulmine a ciel sereno. E soprattutto hanno fatto riflettere quelle parole del ceo Johan Lundgren quando ha parlato di un improvviso calo della domanda.
Anche il ceo del Gruppo Lufthansa, Carsten Spohr, dopo avere elogiato conti in perfetto ordine, ha subito guardato avanti: cieli troppo congestionati, ha detto riprendendo l’allarme di A4E, e aeroporti che ormai faticano a gestire la mole di traffico. E bisogna prepararsi a scenari difficili a cui solo i grandi gruppi saranno in grado di rispondere.
Variabili e incognite
Poi ci sono le variabili impreviste, come il B737 Max. E quelle prevedibili, come i fallimenti. E da noi anche le incognite ormai quasi perenni, come la telenovela di Alitalia, la cui svolta continua a subire rinvii causati da una ancora nebulosa definizione del nuovo assetto.
Il settore è di fronte a un passaggio probabilmente epocale. Ma la sensazione è che il cambiamento non sarà indolore.
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