Il commento del direttore
Remo Vangelista
È stato uno dei cavalli di battaglia di Lufthansa degli ultimi anni, un tema su cui il ceo Carsten Spohr ha battuto in maniera ripetuta negli ultimi anni insieme alla strenua battaglia contro le tariffe stracciate delle low cost: la struttura del Gruppo deve essere flessibile e sempre pronta a reagire a qualsiasi emergenza, per essere poi in prima fila nel momento della ripartenza. Un concetto che lo scorso anno il manager aveva concretizzando posizionando il doppio degli aerei in stand by per rispondere al ventilato caos estivo negli aeroporti.
Chissà se Spohr si fosse spinto tanto avanti nell’immaginare i possibili scenari di emergenza. La situazione attuale è così estrema che difficilmente gli schemi più audaci potrebbero essersi spinti così oltre. Tuttavia le reazioni degli ultimi giorni da parte delle compagnie del Gruppo stanno mettendo in luce che il principio fissato dal ceo sta funzionando anche adesso.
Le nuove mosse
Le ultime due comunicazioni sulla revisione dell’operativo sono abbastanza chiare in questo senso: molti aerei messi a terra e una netta riduzione dell’operativo, ma sempre mantenendo una finestra aperta. Il ban di Trump non ha infatti impedito a Lh di tenere aperta qualche rotta: poche, ma nessuna chiusura totale. E nella comunicazione di ieri il concetto era ancora più chiaro: “Nelle cancellazioni si farà attenzione a garantire che tutte le destinazioni in tutti i continenti siano raggiungibili con una compagnia aerea del Gruppo Lufthansa attraverso gli hub di Francoforte, Monaco di Baviera, Zurigo, Vienna e Bruxelles”. Lufthansa tiene molto a mostrare i muscoli al mercato e anche questo è un messaggio chiaro ai competitor.