Il commento del direttore
Remo Vangelista
Le vecchie ruggini sono difficili da sanare. E il rapporto tra Ryanair e le agenzie di viaggi è qualcosa che definire 'complicato' sarebbe riduttivo. Si tratta di una storia ormai pluridecennale che è passata, a seconda dei periodi, tra una reciproca indifferenza, una tacita sopportazione e, adesso, aperto conflitto.
Il Covid ha fatto cadere molti freni inibitori, non solo nella filiera del turismo, e le ostilità tra la low cost per antonomasia e la distribuzione fisica sono uscite allo scoperto senza giri di parole.
“Non intendiamo avvicinarci alle agenzie di viaggi” aveva dichiarato Eddie Wilson, ceo di Ryanair, solo poche settimane fa, per evitare 'fraintendimenti' sugli accordi del vettore con i gds. Una dichiarazione che lasciava poco spazio all'immaginazione.
Qualche giorno dopo, dalla Spagna le agenzie di viaggi hanno fatto la loro mossa, chiamando Ryanair in tribunale per rispondere di alcune dichiarazioni fatte in passato ritenute lesive della dignità delle agenzie di viaggi. Un gesto che ha accesso una miccia anche in Italia.
Reazione a catena
È stato come se qualcuno avesse scoperchiato un vaso di Pandora. Le associazioni italiane che rappresentano le agenzie di viaggi, in pochi giorni, hanno annunciato una serie di iniziative nei confronti di Ryanair.
Maavi ha invitato apertamente le agenzie a seguire lo stesso iter delle agenzie spagnole. Aiav ha messo anche in campo i legali senza escludere l'ipotesi di una vera e propria class action.
Ultima, ma solo in ordine di tempo, Aidit, che ha chiesto alle autorità competenti di passare al vaglio le condizioni di vendita di Ryanair, nello specifico per quanto riguarda le agenzie di viaggi.
Il rapporto del vettore con la distribuzione era ormai alle strette da tempo. Ma la situazione si sta evolvendo rapidamente.