Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’intuizione è stata quella di andare a presidiare una fascia di mercato, quella dei 4 e 5 stelle, ancora scoperta in Italia nell’ambito dei bike hotel per cicloturisti, “una nicchia che era terreno di speculazione per i t.o. esteri, capaci di vendere una settimana solo land anche a 7-8mila dollari”.
Nasce così, nel 2017, Luxury Bike Hotels, la collezione che raggruppa una cinquantina di hotel con una vocazione: ospitare gli amanti del cicloturismo d’alta gamma. “Nel 2019 - racconta Ludovica Casellati (nella foto), ideatrice del brand insieme a Silvia Livoni - abbiamo investito nella nostra nuova brand identity e abbiamo iniziato una serie di workshop all’estero, poi è arrivato il Covid”.
La ripresa impetuosa
Due anni con il freno a mano tirato, dunque, ma poi la ripresa è arrivata, impetuosa e inaspettata: “La pandemia - spiega Casellati - ha portato come logica conseguenza la necessità impellente di tornare a viaggiare e, nel contempo, una maggiore attenzione alla salute, al contatto con la natura: proprio tutto quello che il cicloturismo può garantire. Ecco dunque l’exploit di richieste da parte della clientela italiana, che ha riscoperto la bicicletta e che si affianca a uno zoccolo duro di ospiti internazionali”.
I nuovi target
Due i trend interessanti per le strutture ricettive: l’allungamento della stagionalità, visto che il cicloturismo è molto praticato in primavera e autunno soprattutto da parte dei visitatori stranieri, e l’attrattività per nuovi target di clientela: “Penso ad esempio agli eventi aziendali legati alla bicicletta, ma anche ai manager - sottolinea Casellati -, che decidono sempre più di fare networking attraverso la bici, tanto che dico spesso che il biking sta diventando per loro quello che, una volta, era il golf”.
Servizi al top
Clientela di alto livello, che necessita di servizi ad hoc tarati sulle proprie esigenze: “Proprio per questo - evidenzia la nostra interlocutrice - affiliamo solo strutture che si distinguono per la capacità di offrire plus d’eccellenza ai cicloturisti: dagli hotel grandi con spa ai castelli, dalle dimore esclusive ai wine resort”.
Tra le caratteristiche imprescindibili per entrare nella collezione una bike room, ossia un luogo custodito o chiuso dove poter lasciare la bici, una ciclo-officina, la ricarica per le e-bike, “e poi ancora – aggiunge Casellati – la possibilità di noleggiare bici, un servizio di guide o accompagnatori esperti, indicazioni sui percorsi e itinerari culturali ed enogastronomici della zona, tracce GPX e ancora un servizio di lavanderia rapida per l’abbigliamento sportivo e uno di massaggio sportivo; chi non ha la spa deve poter comunque garantire la presenza di professionisti massaggiatori”.
Un portale di posizionamento
In cambio Luxury Bike Hotels, a fronte di una fee annuale, garantisce agli affiliati servizi di comunicazione sia al settore, sia al pubblico finale, networking con i t.o. esteri e presenza alle fiere: “Non ci sostituiamo ai tour operator - precisa Casellati -, siamo un portale di posizionamento sul segmento bike che ha il compito di dare suggestioni ai turisti”.
Portale che si è appena arricchito di due new entry: la dimora storica Villa Appiani Planetaria Hotel di Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, e Maison d’Enri di Gallipoli, un boutique hotel nel cuore del Salento. “Riceviamo moltissime richieste di adesione - sostiene Casellati -, ma spesso dobbiamo dire dei no perché sul fronte dei servizi non possiamo ammettere deroghe”.