Il commento del direttore
Remo Vangelista
Organizza il suo viaggio affidandosi al web, ma ha una propensione maggiore rispetto al turista generico alla prenotazione attraverso intermediari e si rivolge agli adv anche per servizi aggiuntivi come le guide, prenotando con largo anticipo.
È il turista enogastronomico del nostro Paese secondo quanto riporta il primo Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, uno studio dell’Università di Bergamo e della World Food Travel Association con il patrocinio di Touring Club, Ismea Qualivita, Federculture e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork- TripAdvisor.
Un viaggiatore acculturato e dall'alta propensione alla spesa
A sottolineare le peculiarità di questi tipo di viaggiatore è Roberta Garibaldi (nella foto), esperta a livello nazionale ed internazionale di turismo enogastronomico che ha coordinato l’Osservatorio e ha promosso la ricerca: “Si tratta - spiega - di un turista acculturato, con maggiore capacità e propensione alla spesa, che cerca nell’enogastronomia un’opportunità di conoscenza e contatto con la cultura di un territorio”. Preferisce, inoltre, percorsi misti che affianchino le esperienze legate al vino a quelle gastronomiche.
Le regioni preferite
La medaglia d’oro tra le regioni preferite da questo tipo di viaggiatori va alla Toscana, ma l’interesse sta aumentando anche per il Sud Italia, in primis per Sicilia e Puglia. Un interesse in forte crescita, aggiunge Garibaldi, se pensiamo che il tasso di turisti italiani che hanno svolto almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia negli ultimi tre anni è arrivato al 30% rispetto al 21% toccato nel 2016.
“Risulta sempre più evidente - spiega Garibaldi - come la gastromania stia condizionando la scelta dei viaggi. Troviamo un rafforzamento su ogni fronte: ora gli italiani si muovono anche per cercare esperienze legate al cibo e al vino. Un atteggiamento sempre più simile a quello di molti stranieri”.