Il commento del direttore
Remo Vangelista
Aumenta ancora il gettito della tassa di soggiorno, destinato a passare dai 538 milioni di euro del 2018 ai 600 milioni di quest'anno. Merito, indica una ricerca elaborata per Confesercenti dal Centro Europa Ricerche, dell'introduzione dell'imposta da parte di altri 51 comuni e dell'aumento delle tariffe già approvato da 46 centri dove il balzello viene applicato.
Secondo lo studio, i comuni che la applicano sono oggi 1.228, il 14,3% del totale delle amministrazioni. Il 40% del gettito deriva da Roma (130 milioni di euro), Milano (45,4 milioni), Firenze (33,1 milioni) e Venezia (31,7 milioni), mentre resta ampia la disomogeneità territoriale nell'applicazione: si va infatti dal 100% dei comuni del Trentino Alto Adige all'11,5% dell'Abruzzo.
I passi da fare
Un'imposta che pesa direttamente sui turisti, i cui proventi, però, non vengono destinati in maniera sistematica al settore. "Trattandosi di una tassa senza vincolo di scopo - ha sottolineato il direttore del Cer, Stefano Fantacone -, prevale un utilizzo disomogeneo degli introiti. Se poi fosse estesa anche alle strutture non alberghiere, si potrebbero recuperare facilmente 150 milioni di gettito ulteriore". A. D. A.