Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il turismo è ripartito, ma il nodo irrisolto della carenza del personale rimane e rischia di ostacolare la piena ripresa. Questo il parere di Assoturismo, secondo le cui stime il 2023 dovrebbe chiudersi verso quota 420 milioni di presenze turistiche, colmando il gap di presenze e di produzione rispetto al 2019 pre-pandemico.
Mancano 100mila addetti
Tutto bene, dunque? Non proprio, dal momento che l’associazione prevede, solo per quest’estate, la mancanza di 100mila addetti. La cifra è stata fatta da Assoturismo in occasione dell’audizione sul Piano Strategico per il turismo, cui hanno partecipato tutte le federazioni di categoria del settore di Confesercenti: oltre ad Assoturismo, Assohotel, Assoviaggi, Fiepet, Fiast, Federagit, Fiba, Assocamping e Aigo.
Una questione stringente
“L’avere messo finalmente a punto un piano strategico per il turismo - osserva Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo e di Assohotel Confesercenti - è un segnale positivo. Il settore viaggia al doppio della velocità degli altri comparti ed è tempo che si scommetta e investa su di esso. Il problema della carenza di personale però è sempre più stringente, e rischia di ridurre l’impatto positivo della ripresa”.
Secondo Assoviaggi per risolverlo occorre garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione. Ma non basta: “Per gli stagionali del turismo - continua Messina - servirebbe un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio degli stagionali e favorire così la mobilità interregionale”.
I decreti flussi
Da rivedere, inoltre, anche i decreti flussi: secondo Messina, infatti, le quote non sono sufficienti e i click day arrivano sempre fuori tempo massimo, a stagione già iniziata. “Su questo fronte - spiega - dovremmo provare anche altre strade: facilitiamo la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine, consentendo l’ingresso dei soggetti già formati fuori dalle quote stabilite. Su questo sarebbe opportuno aprire un confronto tra Ministero del Lavoro, Ministero del Turismo e associazioni di categoria”.