La crisi di FTI
Touristik
non spaventa
l’incoming

Il fallimento di FTI Touristik preoccupa, ma non spaventa, i nostri operatori incoming. Resilienza e un mercato turistico in vistosa ripresa sembrano i motivi principali in base ai quali il fallimento del tour operator tedesco, terzo in Europa, non sembra intaccare la fiducia e l'ottimismo che regna nel nostro Paese.

“I tedeschi sembrano tanti, perché tendono ad utilizzare poche strutture in precise località - ha spiegato Angela Conciauro di Virtus Viaggi, dmc palermitano -. In realtà però si tratta di un mercato non prioritario, che ancora non è riuscito a recuperare il post covid, ma soprattutto fatto di turisti non big spender. La vera tragedia mi sembrano gli 11mila dipendenti senza lavoro”. Conferma questa visione anche Mario Riontino di Explora Puglia, che oltretutto precisa “FTI Touristik lavorava molto spesso direttamente con le strutture alberghiere o i villaggi. A noi quindi è cambiato poco o nulla”.

Qualche richiesta di riprotezione è invece arrivata al leccese Chiriatti Tour: “Siamo stati fortunati che i libri contabili siano stati portati in tribunale a maggio e non a settembre, come fece Thomas Cook – dicono dall’azienda -. Allora ci fu danno e beffa. In questo caso invece potremmo avere dei vuoti di prenotazione. Ma a parte giugno, sono sicuro che riusciremo a recuperare”.

Anche in Campania gli operatori raccontano un mondo simile. “Non è mai bello, per tutto il settore, quando si verificano fallimenti importanti come questo - dice Gino Acampora di Acampora Travel -. Ma è anche vero che FTI navigava in cattive acque da diversi mesi e molti tedeschi si erano già rivolti altrove”. Lo conferma un'altra realtà di incoming partenopea, Imperatore Travel: “Non riscontriamo particolari problemi. Qualche riprotezione ci sarà stata, ma la cosa più importante è il ritorno degli americani” commenta l’operatore.

Gli USA sembrano la medicina anche più a Nord, sul Lago di Garda e tra le Langhe piemontesi, altra zona che da sempre è ad alta densità di tedeschi. “Prima il covid, poi abbiamo vissuto il venir meno dei russi, ma ogni volta abbiamo avuto l'occasione e la forza di diversificarci - dice Roberta Cattarin di Monferrato Travel -. Quest'anno quindi ci godiamo il ritorno degli americani, ma anche degli olandesi”.

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