Cina, incoming
in ripresa ma sotto
ai livelli pre Covid

La Cina tenta la sua rimonta ma i livelli rimangono al di sotto di quelli pre-pandemia. Stando ai dati diffusi della National Immigration Administration (Nia), nei primi 7 mesi del 2024 la Cina ha visto l’ingresso di oltre 17,25 milioni di turisti stranieri con una crescita del 130% rispetto al 2023 e ricavi superiori a 14 miliardi di dollari.

Dati distanti da quelli del 2019, quando i visitatori giunti dall’estero erano stati più di 49 milioni e i ricavi derivanti dal turismo internazionale avevano raggiunto i 131,3 miliardi di dollari.

In ogni caso, guardando al presente, si può dedurre come ad aver facilitato i flussi in entrata abbia per buona parte inciso l’espansione delle politiche di esenzione dal visto, oggi comprendente 54 Paesi.

A tutto ciò, la Nia ha aggiunto un’ulteriore semplificazione per la richiesta di visti portuali per gli stranieri, una modifica rivelatasi particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno bisogno di entrare nel Paese con breve preavviso per affari o altre questioni urgenti.

Come riporta skift.com, tali iniziative si sono dimostrate un successo. Trip.com, infatti, ha rilevato che nel primo trimestre del 2024, c’è stata un’impennata del 400% nei viaggi verso Cina, trainata proprio da tali politiche sui visti. Tuttavia, infine, vi è un rovescio della medaglia: la rapida crescita del turismo inbound ha fatto emergere le criticità del settore, in particolare per quanto riguarda i servizi alberghieri. Molti visitatori stranieri hanno espresso preoccupazioni sulla qualità degli alloggi, spingendo il ministero del Commercio a emanare, durante lo scorso mese, delle linee guida volte a migliorare l’offerta hospitality per gli ospiti internazionali.

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