Il commento del direttore
Remo Vangelista
C’è grande apprensione nell’industria turistica degli Stati Uniti. La vittoria di Donald Trump, infatti, potrebbe cambiare in maniera importante le carte in tavola in particolare per quanto riguarda l’inbound negli Usa, tornato a ottimi livelli dopo la pandemia, rimettendo così in discussione i passi avanti fatti.
Fermo restando che è ancora troppo presto per avere indicazioni precise, resta il fatto che l’operato nei precedenti 4 anni di mandato non hanno certamente agevolato i flussi negli States. Le dichiarazioni della vigilia sembrano orientate verso una stretta sugli ingressi, con maggiori controlli, ma un altro ostacolo potrebbe arrivare se la politica trumpiana si rivelasse orientata al rafforzamento del dollaro sulle altre valute. L’aumento dei costi, già elevati, non gioverebbe certo.
Trasporto aereo
Altro capitolo importante quello del trasporto aereo. E su questo fronte il comparto potrebbe trovare giovamento dalla nuova amministrazione. In particolare per quanto riguarda le operazioni di merger e acquisition, sulle quali Trump si è sempre dichiarato favorevole e orientato verso meno vincoli, contrariamente a quanto avvenuto con Biden (vedi caso JetBlue-Spirit).
Cuba e Cina
CI sono poi due importanti capitoli trasversali: il primo riguarda le politiche che verranno adottate nei confronti di Cuba: il rischio di un nuovo isolamento appare concreto e per l’arcipelago potrebbe rivelarsi altamente problematico. E poi la Cina: in base a quanto avverrà dopo i primi confronti si capirà se la ripresa dei viaggi e in particolare dei collegamenti aerei potrà proseguire o subirà un nuovo stop.