Il commento del direttore
Remo Vangelista
“Ciò che ci muove è la passione per il viaggio”. Da queste parole comincia il racconto di #TTGpeople all’interno delle aziende del turismo. È la frase che ci ha accolti appena varcata la porta della sede del Quality Group a Torino, prima tappa del viaggio di TTG Italia, e che sembra sintetizzare perfettamente lo spirito del gruppo. Una realtà di grandi numeri (se si pensa ai 150 milioni di fatturato raggiunti nel 2018 e ai quasi 250 dipendenti che la compongono), che cerca però di portare innovazione nel turismo organizzato, coltivando “relazioni” e mantenendo nei suoi uffici di Lungo Dora Colletta una dimensione di “piccola comunità”, dove l’armonia tra colleghi e la passione per il lavoro sembrano fare da padrone. Una dimensione quasi fiabesca, per chi non l’ha vista con i propri occhi.
Ma che trova conferma negli incontri che abbiamo fatto nella giornata trascorsa al primo piano del “palazzo di vetro” e anche nelle parole del presidente Michele Serra, quando spiega la direzione del progetto Quality International e il motivo dei ripetuti ‘no’ alle avance dei grandi fondi internazionali, forse più interessati ai numeri e ai risultati sul breve periodo che alla “passione” per la cura del prodotto e alle “relazioni”. “Siamo cresciuti grazie alla nostra creatività e artigianalità” dice. “Quando è nato il Quality Group abbiamo detto creiamo una sovrastruttra che ci permetta di continuare a fare gli agenti di viaggi. Deleghiamo ad altri le cose serie (commercializzazione, informatica e finanza) e noi continuiamo a concentrarci su ciò che amiamo e sappiamo fare meglio, cioè il turismo”.
Il presidente senza ufficio
Ecco perché attraversando l’open space di Mistral Tour, si può scorgere proprio Michele Serra tra le fila del booking, intento a chiudere una pratica, al punto da essersi guadagnato da alcuni dei suoi l’appellativo di “presidente operaio”.
Open space e riunioni in sala caffè
Così come, negli uffici di Europa World o Latitude Patagonia si vedono i dipendenti lavorare insieme in open space luminosi, separati dal loro general manager semplicemente da una parete di vetro trasparente. E le riunioni o lo scambio di idee su un nuovo prodotto possono avvenire spesso nell'informale e colorata area caffè durante una pausa, piuttosto che in un’istituzionale sala meeting a un orario preciso.
La persona prima di tutto
Ecco perché, racconta Serra, anche in fase di recruiting “puntiamo tutto sulla persona. La sua passione per i viaggi e questo lavoro, più che i suoi voti, mi deve travolgere”. Per questo si può trovare un ex insegnante di lettere poco più che 30enne alla guida del prodotto Giappone di Mistral Tour o un ex ingegnere civile a occuparsi dell’area incoming. O scoprire che l’essere un musicista di talento sia stato uno dei diversi motivi che hanno portato ad affidare il ruolo di direttore commerciale a Marco Peci.
Missioni impossibili
Perché quello che muove lo spirito nel Quality è personalità, passione e un pizzico di creatività. Qualità che portano ad esempio Silvia Terreni a tentare l’impossibile cercando un modo per fare della Corea del Nord una destinazione turistica, per portare l'asticella un po' più in alto e continuare a innovare un settore che ciclicamente qualcuno dà in via di estinzione.