Il commento del direttore
Remo Vangelista
Si chiama City Escape e si candida a diventare un modo alternativo per scoprire le città d’arte italiane in un’estate che sembra particolarmente favorevole per il turismo culturale.
Si tratta di esperienze gaming che, attraverso una sorta di caccia al tesoro fra indizi ed enigmi e con il supporto di una chat interattiva conducono i turisti alla scoperta delle città d’arte in maniera alternativa.
Realizzate dalla startup Garipalli, prendono ispirazione dalle escape room, ma vengono svolte all’aperto e sono disponibili per ora su 9 città italiane, Bergamo, Milano, Brescia, Venezia, Lucca, Firenze, Verona, Bologna e Padova a cui a breve sarà aggiunta Siena.
Per calare l’esperienza nella dimensione più reale possibile, le City Escape prevedono interazioni con esercenti locali come parte integrante del gioco. Questo impatta positivamente il territorio locale e offre una redistribuzione dei turisti e della loro spesa nelle diverse aree cittadine. Guidando il giocatore nel visitare aree alternative e solitamente meno frequentate della città, è possibile premiare e valorizzare attività locali meno esposte ai normali flussi.
Tutte le City Escape prevedono inoltre collaborazioni con attività locali tipiche.