Editoriale: le ragioni delle associazioni

Criticate sui social e accusate di non fare la voce grossa. Le associazioni di categoria in altre fasi della storia hanno mostrato poca voglia di battersi, ma in questa pandemia hanno le mani legate o quasi.

La crisi però sta facendo saltare il tappo e da più parti si invocano decisioni forti, ma tutto appare complesso.

Negli anni le varie rappresentanze hanno imparato a fare politica, cercando di lavorare ai fianchi le istituzioni per ottenere visibilità e riconoscimenti. Tattica che hanno usato anche in questi lunghi mesi.

In questa situazione forse avrebbero potuto fare poco di più.

Per la prima volta, i presidenti dei vari gruppi sono andati in televisione in modo massiccio e hanno spiegato su tutti i mezzi di comunicazione le esigenze di una categoria devastata dall’avvento improvviso del Covid-19.

Si sono battuti con Governi diversi spiegando e rispiegando, chiedendo e supplicando l’apertura dei corridoi verso l’estero.

Il Mar Rosso è ormai frequentato da turisti di tutto il mondo o quasi. Mancano gli italiani, ancora in attesa di un corridoio. Un piccolo tunnel per sopravvivere.

In questa ultima nota di Astoi si legge anche una certa stanchezza a fronte di direttive sempre poco chiare. La storia inizia a farti troppo lunga e faticosa.

La storiella di quanto è importante il turismo abbiamo capito che serve solo in certe situazioni. Poi la politica si dimentica in fretta di tutto e di tutti.

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