Il turismo chiede aiutiper agganciare la ripresa

Eppur si muove. Il turismo, rimasto quasi congelato per due anni, sta dando i primi inequivocabili segnali di risveglio. Le richieste stanno aumentando e, nonostante il confronto con lo scorso anno (quando l’Italia si dibatteva tra limitazioni e zone colorate) permetta al 2022 di vincere a mani basse, il morale del comparto ne risente in positivo.

Tutto a posto, dunque? Più o meno. Perché ci sono diversi fattori di cui tenere conto. Prima di tutto l’incertezza legata alla situazione geopolitica internazionale, che inevitabilmente porta la clientela a muoversi con maggiore cautela e attendismo. Questo di fatto frena una ripresa che magari qualcuno si aspettava più ‘scoppiettante’.

Il nodo cassa integrazione
Ma ci sono altri elementi che, probabilmente, sarebbero stati molto più prevedibili. Il primo riguarda i flussi di cassa. Come tutti sanno, il turismo è un settore fortemente stagionale, che incassa gran parte del fatturato in un preciso periodo dell’anno: quello delle partenze in alta stagione. Tra richieste, preventivi, acconti e saldo finale passa molta acqua sotto i ponti. E sebbene la conferma sia un’ottima iniezione di fiducia, a questa non corrisponde un’iniezione di capitale. Quella arriverà con il saldo finale, che non sarà certo entro il 31 marzo.

La data non è scelta a caso: a fine mese scadrà la cassa integrazione. E il mondo del turismo organizzato si troverà a fare i conti con il lavoro da sbrigare e le casse almeno in parte ferme.

La conclusione è una sola: il turismo organizzato ha ancora bisogno di ossigeno per arrivare almeno all’alta stagione. Le richieste stanno arrivando da diverse parti: a iniziare da Federalberghi che mette in luce la situazione delle strutture ricettive. Ma sul fronte delle agenzie è arrivato Ivano Zilio, presidente di Primarete, che ha sottolineato la necessità di ulteriori aiuti. Anche Pier Ezhaya, presidente Astoi, alcune settimane fa aveva richiamato l'attenzione sulla necessità di "interloquire e lottare con il Governo per ristorare i danni subiti". E l'occupazione del settore turismo era stata al centro, il mese scorso, di un intervento del presidente di Fto Franco Gattinoni, che aveva sotolineato: "Draghi e i ministeri competenti devono ascoltare queste richieste di aiuto. Non possiamo farcela da soli”.

Il turismo può agganciare la ripresa. Ma non ha la macchina del tempo. L’apertura ai viaggi porterà ossigeno nelle casse tra qualche tempo. Ma spese e stipendi saranno da pagare prima.

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